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FAQ sostegno

Page history last edited by Mario 9 years, 3 months ago

Una serie di indicazioni utili sul mondo degli insegnanti di sostegno

 

CONCETTI

 

Deficit Deficit o menomazione: Qualsiasi perdita o anomalia di una struttura o di una funzione, sul piano anatomico, fisiologico e psicologico. Se permanente, è una condizione della persona, è irrisolvibile, e quindi bisogna conviverci.

Disabilità

Secondo il modello bio-psico-sociale ICF la Disabilità è un termine ombrello per menomazioni, limitazioni dell’attività quotidiane o restrizioni della partecipazione derivate da un deficit.

Nella terminologia più strettamente medica indica ogni restrizione o perdita (risultante da una menomazione) di abilità di eseguire un’attività nella maniera considerata normale per un essere umano.

Funzionamento (ICF)

 Termine ombrello che comprende tutte le funzioni corporee, le attività e la partecipazione.
Patologia

(Malattia , infortunio, malformazione) In senso lato è lo studio delle condizioni in cui l’organismo o le sue strutture siano esposti a situazioni abnormi.

Malattia (es. morbillo)

Possiede un agente eziologico e una patogenesi specifica


Handicap (OMS)

Condizione di svantaggio, conseguente ad una menomazione o ad una disabilità, che in un certo soggetto limita o impedisce l'adempimento di un ruolo sociale considerato normale in relazione all'età, al sesso, al contesto socio-culturale della persona.

 

NOTA BENE: Nella nuova Classificazione dell'OMS (ICIDH-2 del 1999 e precursore dell'ICF), il termine "handicap" viene definitivamente accantonato.
Una persona - scrive Canevaro - è relativamente handicappata, cioè l’handicap è un fatto relativo e non un assoluto, al contrario di ciò che si può dire per il deficit. In altri termini, un’amputazione non può essere negata ed è quindi assoluta; lo svantaggio (handicap) è invece relativo alle condizioni di vita e di lavoro, quindi alla realtà in cui l’individuo amputato è collocato. L’handicap è dunque un incontro fra individuo e situazione. E’ uno svantaggio riducibile o (purtroppo) aumentabile.

Inserimento
Il processo mediante il quale gli alunni disabili, precedentemente esclusi sono stati inseriti nelle classi normali
Integrazione

(segue il concetto di inserimento ed è un evoluzione rispetto a questo)  Processo mediante il quale l'alunno disabile e il contesto classe si completano, con accomodamento sia dell’individuo che del contesto. L'integrazione guarda al singolo individuo, interviene sul soggetto e poi sul contesto e chiede all'ambiente-classe una risposta speciale per il buon esito del processo.

Il termine integrazione, prima utilizzato solo nell'ambito della disabilità, si è poi allargato per comprendere vari aspetti dell'immigrazione, delle politiche sociali in favore delle persone più svantaggiate e alla ricerca di soluzioni per la creazione dei nuovi valori e del nuovo comune patto di convivenza della società civile, rimuovendo le cause dei conflitti e dei disagi.

Inclusione
(segue il concetto di integrazione ed è un evoluzione rispetto a questo)  Processo mediante il quale si concepisce a monte il contesto classe, che riconosce e valorizza la diversità presente in ciascuno dei soggetti che lo compongono. Guarda a tutti gli alunni, interviene sul contesto e poi sul soggetto, valorizza la diversità, trasforma la risposta speciale in normalità.
Orientamento
L'Orientamento scolastico è un insieme di attività volte ad assicurare alle persone la conoscenza di tutte le alternative per loro disponibili nei settori dell'educazione, della formazione, delle professioni. Significa anche supportare e aiutare a costruire percorsi soddisfacenti, in ambito formativo e professionale, durante tutto l'arco della vita. L'Orientamento è dunque una modalità educativa permanente, un processo continuo (e non quindi un'attività circoscritta ad un determinato momento dell'anno scolastico!) lungo tutto l'arco della vita della persona affinché essa possa, realizzando integralmente se stessa, inserirsi in modo creativo e critico nella società.
Documentare Documentare non significa creare nuova carta da archiviare. Documentare  significa valorizzare il proprio lavoro, le proprie scoperte conservandone traccia, memoria che diventa visibile, buona prassi da condividere. Attraverso la documentazione si generano nuove idee, nuove conoscenze che diventano un sapere collettivo, una risorsa in grado di alimentare l'innovazione attraverso modalità collaborative di lavoro (learning organisation, communities of pratice, ecc.). Quindi si documenta perché questo è fare la storia della scuola, è produrre nuove riflessioni per ricominciare poi, innovando, un nuovo anno, un nuovo ciclo.
Oggetto didattico La documentazione può partire dalla definizione di un oggetto didattico. L'oggetto didattico è il punto di partenza e va definito e poi prodotto. Poiché è documentato, descritto e replicabile, con questo criterio è possibile produrre nuove buone prassi. Nella definizione di un oggetto didattico si indicano titolo, descrittore, motivazione e contesto di applicazione, oggetto da produrre, modalità di applicazione.
Unità di Apprendimento L'UA è un'unità intesa come nucleo coerente di apprendimenti. Favoriscono il passaggio dall'Unità Didattica centrata sui contenuti disciplinari (e sulla lezione incentrata sull'ascolto) a una didattica centrata sul laboratorio, sulla riflessione, sulla costruzione insieme, sulla negoziazione e cooperazione linguistica e relazionale. Promuove l'istruzione e la formazione della persona.
Continuità La continuità scolastica si riferisce al passaggio di un alunno tra ordini di scuola. Tale passaggio può  essere vissuto con entusiasmo, ma può anche causare molte ansie.

Per questo è molto importante avviare progetti in continuità tra ordini di scuola diversi per costruire un percorso scolastico più sereno.
I progetti di continuità prevedono infatti incontri tra dirigenti scolastici, insegnanti, genitori, operatori ASL, che permettono loro di prendere in esame la situazione ambientale nella quale il bambino dovrà inserirsi, di fornire notizie sugli interventi realizzati sul piano dell’integrazione e delle attività didattiche e di valutare eventuali difficoltà.

Per alunni con bisogni educativi particolari (p. es. utilizzo della comunicazione aumentativa) è possibile preparare progetti di continuità che possono consentire, nel primo periodo dell’anno scolastico un accompagnamento del bambino nella nuova scuola, a cura di una delle insegnanti che hanno lavorato con lui nell’anno precedente.
epistemologìa
Filosofia della scienza, disciplina che studia il valore, la natura della conoscenza scientifica
ermeneutica
Arte, tecnica o attività dell’interpretazione del senso di testi o documenti antichi

 


 

PDF dove trarre spunti e chiarire dubbi:

 

Una cornice epistemologica per i Bisogni Educativi Speciali 

 

Didattica speciale e integrazione scolastica

 

Vademecum scuola

 

Nuove visioni sulla disabilità


 

QUESTIONE OBIETTIVI MINIMI-DIFFERENZIATI

 

Scuola media

Situazione: L’alunno disabile ha obiettivi minimi gli obiettivi minimi sono stabiliti dall’insegnante. Significa che taro la valutazione su quello che lui può fare. Posso preparare una prova scritta differenziata a obiettivi minimi. Se lui fa perfetti gli obiettivi minimi deve poter prendere voto 10. Lui ha il diritto di arrivare a 10. L'alunno alla fine del ciclo scolastico consegue il diploma di licenza media.

 

L’alunno ha il differenziato:

a)      Consegue il Diploma se può fare prove equipollenti (ovvero riconducibili alle prove di classe). Si precisa, vista la funzione della scuola secondaria di I° grado che ora si tende a dare sempre il diploma.

b)      Attestato di frequenza: Un caso gravissimo che non è in grado di sostenere in qualche modo prove riconducibili alle prove di classe; oppure non viene alle prove, ha crisi durante le prove anche se vengono rifatte ecc.

 

Scuola superiore

Situazione: L’alunno disabile ha obiettivi minimi.
Gli obiettivi minimi sono stabiliti dall’insegnante. Significa che taro la valutazione su quello che lui può fare. Posso preparare una prova scritta differenziata a obiettivi minimi. Se lui fa perfetti gli obiettivi minimi il voto è 10. Lui ha il diritto di arrivare a 10. Alla fine del ciclo consegue il diploma.

 

Situazione: Differenziato --> non da diritto al diploma. Il diploma delle superiori è un attestato abilitante alla professione (vedi geometra istituto tecnico) se non può raggiungere le competenze atte a esercitare una professione ottiene attestato di frequenza.

 

Questione DSA

Il discorso è simile agli obiettivi minimi. Posso dare al DSA verifica con 1 o più esercizi in meno, in inglese 6 frasi da fare invece che 10, o una verifica normalizzata (rimuove gli ostacoli di comprensione). Nota bene che se "faccio la fatica" di normalizzare una verifica per il DSA la do anche agli altri! E la valutazione parte da 10. Per un esempio di una verifica classica che viene normalizzata vedi questo esempio sul sito del Centro Territoriale di Supporto di Fano.

 

Questione individualizzazione-personalizzazione

Personalizzazione: modifica del modo di fare lezione e dei contenuti.

Individualizzazione: tenendo conto delle caratteristiche dell’alunno adatto il percorso facendo gli stessi contenuti.

 

Vi è confusione tra queste definizioni e l'applicazione nella normativa e nella modulistica per il sostegno: hanno invertito PEI e PDP rispetto alla normativa che parla di individualizzazione e personalizzazione.

Il PEI avrebbe dovuto essere PEP; il PDP avrebbe dovuto essere PDI!

 

La questione di queste due terminologie è sterile e non deve interessare il docente di sostegno che ha ben altro da fare!

 

Per approfondire leggi qui


 

LE NUOVE DIAGNOSI FUNZIONALI

 

Dall'anno scorso (2012/2013) è possibile trovare nei fascicoli dei nostri alunni diagnosi funzionali nuove che includono i codici ICF-CY.

 


 

Tutto sul Gruppo di Lavoro per l'Inclusione

 

Il GLI ha come compito, oltre a quello di collaborare all’interno dell’istituto alle iniziative educative e d’integrazione che riguardano studenti con disabilità, di occuparsi delle problematiche relative gli alunni con disturbi evolutivi specifici e dell’area dello svantaggio.

 

La Direttiva 27 – 12 – 2012 ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato ulla certificazione della disabilità, estendendo   il campo di intervento e di responsabilità di tutta la Comunità educante.

 

Il GLI d’Istituto è composto da:

1. il Dirigente scolastico, che lo presiede;

2. il Docente/i referente/i;

3. i coordinatori dei Consigli di classe in cui siano presenti alunni con disabilità (e con DSA);

4. un docente curricolare;

5. i docenti specializzati per le attività di sostegno degli alunni con disabilità certificata;

7. un rappresentante dei genitori di studenti con disabilità e/o DSA

8. un rappresentante degli studenti con disabilità e/o DSA

9. un rappresentante degli studenti

10. uno o più rappresentanti degli operatori sociali o sanitari che al di fuori dell’Istituto si occupano degli alunni BES.

11. Funzione strumentale e/o referente per l’intercultura  operativamente

 

 

All’inizio di ogni anno scolastico il GLI propone al Collegio dei Docenti una programmazione degli obiettivi da perseguire e delle attività da porre in essere, che confluisce nel Piano Annuale per l’Inclusività; al termine dell’anno scolastico, il Collegio procede alla verifica dei risultati raggiunti

Il GLI d’Istituto svolge le seguenti funzioni:

• raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche dell’Amministrazione;

• focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi ;

• rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;

• raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLI Operativi sulla base delle effettive esigenze, ai sensi dell’art. 1, c.605, lettera b, della legge 296 / 2006, tradotte in sede di definizione del PEI come stabilito dall'art. 10 comma 5 della Legge 30 luglio 2010 n. 122;

• elaborazione di una  proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno).

 

Dal punto di vista operativo le riunioni sono convocate dal Dirigente Scolastico e presiedute dallo stesso o da un suo delegato. I componenti del GLI hanno funzione propositiva e consultiva. Di ogni seduta deve essere redatto apposito verbale.

Il GLI si può riunire in seduta:

-        Plenaria (con la partecipazione di tutti i componenti),

-        Ristretta, tipo sottocommissione di lavoro.

 


 

 

Collocazione e utilità del documento "Profilo dinamico funzionale"

 

Approfondimento tratto da Usare l'ICF nella scuola, Dario Ianes e Sofia Cramerotti, Erickson, pag. 232, 233

 

Il Profilo dinamico funzionale funge

quindi da strumento di raccordo tra la conoscenza dell'alunno, prodotta dalla

Diagnosi funzionale educativa, e la definizione di attività, tecniche, mezzi e

materiali per la prassi didattica di ogni giorno [ovvero per la progettazione e

la documentazione successiva n.d. MB].

Ciò in pieno accordo con quanto sancito dall'Intesa della Conferenza

Unificata Stato-Regioni-Province-Comuni del 20 marzo 2008, secondo cui

la Diagnosi funzionale va a includere anche il Profilo dinamico funzionale e

diventa così, in coerenza coni principi ICF, un vero e proprio Profilo di

funzionamento della persona.

La Diagnosi funzionale produce solitamente una notevole quantità di

dati: medici, familiari, sociali, sulla situazione evolutiva e sulle competenze

dell'alunno rispetto agli obiettivi della classe, sulle sue caratteristiche psico-

logiche, emotive e relazionali, e sugli eventuali comportamenti problematici.

Questi dati provengono da valutazioni mediche, relazioni degli assistenti sociali,

incontri con i genitori, i terapisti della riabilitazione, i logopedisti, gli psicologi;

provengono inoltre dall’osservazione diretta degli insegnanti all'inizio dell'anno

scolastico, da precedenti valutazioni e dalla somministrazione di test, verifiche

e prove oggettive.

Tutti questi dati spesso si accumulano in modo disordinato, senza colle-

gamenti significativi fra di loro, e da queste informazioni frammentarie, più o

meno precise e oggettive, si fa fatica a ricomporre e integrare l'unità globale e

unica di quell'alunno, con la sua situazione e la sua storia.

Le operazioni del Profilo dinamico funzionale dovrebbero quindi aiu-

tarci a ricostruire, dai dati della Diagnosi funzionale, una sintesi integrata che

ci permetta di comprendere le caratteristiche dell'alunno, trasformandolo in

obiettivi a breve, medio e lungo termine.

[…] La concezione di profilo che traspare dall'Atto di indirizzo e

coordinamento alle Aziende Sanitarie Locali del febbraio 1994,

infatti, ci lascia perplessi per diversi motivi. Vi è spes-

so un riferimento «prognostico››: ad esempio, nel comma 1, dove si legge

che il profilo «indica il prevedibile livello di sviluppo che l'alunno in

situazione di handicap dimostra di possedere nei tempi brevi (sei mesi) e nei

tempi medi (due anni) ›› ; oppure, nel comma 2., «descrive in modo analitico

i possibili livelli di risposta dell'alunno in situazione di handicap riferiti alle

relazioni in atto e a quelle programmabili»; e, nel comma 3, «comprende

l'analisi della sviluppo potenziale dell'alunno a breve e medio termine».

Un'espressione ricorrente è quella di << potenzialità», sul cui significato pos-

sono nascere diversi dubbi.

È ovviamente importante che nel profilo vi sia un'ottica positiva, che

metta in evidenza le capacità dell'alunno e stimoli a promuovere sviluppo e

crescita, al di là di un'ottica patologica e legata al pessimismo del deficit. Ma

non è certo con queste concezioni <<prognostiche», ancora molto legate a una

concezione medica, che si rende operativa in senso pedagogico e didattico

quest'ottica positiva.

Che senso ha parlare di «prevedibile livello disviluppo» che 1'alunno << di-

mostra di possedere››? Come si può dimostrare di possedere prevedibile

livello di sviluppo? Lo sviluppo, come ognuno sa, dipende da un gran numero

di fattori in relazione reciproca, che risiedono nella persona, nell'ambiente,

nell'interazione di questi due elementi e nelle rappresentazioni che di questi

elementi si fanno i soggetti stessi (si pensi, per quest'ultimo punto, alla fiducia

che può avere o non avere l’insegnante rispetto alle possibilità del suo alunno).

Come si può prevedere l'esito di tutto questo (che non si conosce . . . ) soltanto

dopo un primo periodo di «inserimento» scolastico?

Crediamo che non abbia senso cercare di prevedere il futuro, ma che sia

essenziale cercare invece di costruirlo, giorno dopo giorno, con attività concrete,

mirate a precisi obiettivi. Dove si arriverà, quali saranno <<i possibili livelli di

risposta» non lo sa nessuno, e concentrarsi in questo sforzo prognostico può

essere addirittura controproducente, se induce aspettative riduttive.

[gli autori successivamente avanzano una loro proposta di revisione del PDF n.d. MB]

 


 

Cosa fare prima durante e dopo l'incontro PEI (in teoria):

 

Approfondimento tratto da Usare l'ICF nella scuola, Dario Ianes e Sofia Cramerotti, Erickson, pag. 239, 240

 

 


 

Perchè tutti questi cambi di terminologia?

 

Il linguaggio scientifico si inflaziona. Ciò è derivato dalla diffusione del termine scientifico nel linguaggio comune con conseguente impoverimento di significato (spessissimo sentiamo termini quali "cretino" o "handicappato" usati impropriamente come insulti o come scherzo) e contemporaneamente l'avanzare degli studi e l'evolversi della visione su un argomento rendono necessari l'adozione di un nuovo termine che meglio descriva l'oggetto di studio.

 

Ecco come si sono succeduti alcuni termini. Tutti questi sono stati dei termini scientifici:

 

  • CRETINO (ancora nel 900 venivano certificate diagnosi di cretinismo)
  • DEFICIENTE; OLIGOFRENICO
  • HANDICAPPATO; PORTATORE DI HANDICAP
  • DIVERSAMENTE ABILE; DIVERSABILE
  • PERSONA CON DISABILITA’
  • INTERESSATO DA DISABILITA’
  • PERSONA CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

 

L'adozione di una terminologia aggiornata è il primo passo per maturare una visione consapevole sul mondo della disabilità.

 

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